Il trapano è indispensabile per praticare fori su tutti i materali e per azionare accessori quali spazzole, platorelli, ecc. Può essere alimentato a corrente di rete o a batteria: il primo è più potente, il secondo è più maneggevole e pratico. Funziona a rotazione o a rotopercussione, quest’ultima facilita la foratura nella muratura compatta. Il senso di rotazione è reversibile, per svitare nel caso di utilizzo come avvitatore. Il mandrino può essere “a cremagliera” (si serra con una chiave dentata), “autoserrante” (bastano le mani e, in qualche caso, una sola) o di tipo SDS (servono punte con codolo compatibile).
Il modello più semplice di trapano è formato da pochi elementi: un motore elettrico del tipo a spazzole, un riduttore ad ingranaggi ed un’impugnatura a pistola, di forma più o meno ergonomica. Il trapano fa parte della dotazione minima di attrezzi che servono per la manutenzione della casa e quello che, anche impugnato da mani non particolarmente esperte, permette comunque di forare un pezzo di legno o di metallo, di applicare un tassello al muro o, dotato di spazzola metallica, di ripulire un oggetto arrugginito.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i costruttori dedicano molta attenzione alla progettazione ed alla realizzazione dei trapani base, e non solo per contenere al massimo il costo finale: il modello più economico, infatti, è un po’ il biglietto da visita di una marca e, se soddisfa l’acquirente, può orientare i suoi acquisti successivi.
È noto infatti che il trapano costituisce solo il primo passo e che, dedicandosi di persona a tutti quei lavori che servono per la manutenzione della casa, ci si accorge ben presto di quanto siano utili la levigatrice, il seghetto alternativo, ecc.
I migliori trapani elettrici
Anche i modelli economici, quindi, offrono prestazioni più che dignitose sia sul piano della potenza (quasi mai inferiore ai 400 W) sia su quello della durata, purché non si pretenda dall’utensile più di quanto può dare.
Se un buon trapano base può essere sufficiente per eseguire la maggior parte dei lavori, è altrettanto vero che, impugnando un modello più raffinato, si risparmiano tempo e fatica, elementi che compensano ampiamente la differenza di prezzo.
Quasi tutti i costruttori, inoltre, tendono ora a mettere in commercio dei trapani capaci di svolgere tutte quelle funzioni che fino a qualche tempo fa erano riservate a modelli prestigiosi, ma con prezzi decisamente abbordabili.
Questa, infatti, è la tendenza del mercato, ed anche chi acquista per la prima volta un trapano tende ad escludere gli esemplari che offrono soltanto una o due velocità di rotazione per indirizzare la sua scelta su modelli che dispongano, come minimo, del meccanismo di percussione. Quest’ultimo se è inserito consente facilmente di forare anche il cemento più compatto, perché la punta non solo ruota, ma percuote il materiale con una fitta serie di movimenti di va-e-vieni.
Si tratta quindi di colpi non violenti, perfettamente sopportabili dalla struttura dell’ elettroutensile, ma che si ripetono con una frequenza di circa venti volte per ogni giro: tante piccole sollecitazioni, insomma, hanno lo stesso effetto di poche violente mazzate, ed il cemento, che ha una scarsa elasticità, si sbriciola davanti alla punta di widia.
La percussione, comunque, non è l’unico “optional” di cui può essere dotato un trapano e, sempre più spesso, si trovano in commercio ad un prezzo onesto dei modelli dotati di variatore elettronico: questo dispositivo, installato in posizione ben protetta all’interno della carcassa, permette di regolare a piacere il numero dei giri, agendo su una rotellina posta sul corpo dell’utensile o direttamente sul pulsante dell’interruttore.
Con il variatore si può adattare il regime di rotazione sia al materiale su cui si sta lavorando sia in funzione del diametro della punta, senza diminuire sensibilmente la potenza erogata quando il mandrino ruota a bassa velocità ed anzi, nei modelli più recenti, mantenendola praticamente costante.
Un trapano che può girare pianissimo diventa assai utile anche per avvitare delle viti, ma sarebbe inefficace per svitarle: ecco perché assieme alla regolazione elettronica molti modelli offrono la reversibilità, cioè la possibilità di invertire il senso di rotazione.
Trasformato in trapano avvitatore, il trapano può anche essere dotato di controllo elettronico della coppia: in altre parole si sceglie (magari con qualche prova pratica) la forza che si vuole esercitare sulla vite ed il mandrino si arresta automaticamente quando la si raggiunge.
Tutti questi dispositivi elettronici, variando le sollecitazioni che sopportano gli organi interni, hanno imposto una serie di modifiche alle parti meccaniche (in modo particolare agli ingranaggi del riduttore) e non sono semplicemente delle “aggiunte” applicate a modelli già in produzione: i trapani dell’ultima generazione sono stati completamente ridisegnati ed offrono ora, assieme ad un’affidabilità a tutta prova, anche un aspetto piacevole, un’impugnatura comoda, un peso ridotto.
Il merito di questi risultati va in parte ai nuovi materiali plastici (le carcasse sono in poliamide rinforzato con fibra di vetro), alle nuove tecniche costruttive per le parti elettriche (indotti più robusti e perfettamente bilanciati) ed ai numerosi dispositivi di sicurezza: non è raro infatti trovare dei modelli che montano spazzole che interrompono il contatto quando sono consumate, frizioni che proteggono l’utensile dal bloccaggio improvviso delle punta ed interruttori termici che impediscono al motore di scaldarsi eccessivamente e di bruciare per uno sforzo esagerato o troppo prolungato.
Tutti i trapani di questa categoria, poi, hanno un collare che permette di utilizzare il supporto a colonna, gli aggiuntivi, l’impugnatura supplementare.
Trapani a batteria
Più leggeri e maneggevoli rispetto ai modelli a corrente, i trapani a batteria sono in genere anche meno potenti. Solitamente usati per avvitare e svitare, la loro velocità massima è più bassa di quella dei trapani elettrici. Le batterie utilizzate oggi nei trapani sono quelle al litio. In passato si usavano per lo più quelle NiCd (Nichel Cadmio) e batterie di tipo NiMH (Nichel Metallo-Idruro) che avevano una capacità maggiore, ma non duravano nel tempo altrettanto a lungo: 300-500 cicli prima di dover essere sostituite, contro i 1.500 delle NiCd.
Le batterie agli ioni di Litio, invece, sono quelle che garantiscono la capacità maggiore, non hanno “effetto memoria” e presentano una minore sensibilità agli sbalzi di temperatura. Le batterie si ricaricano con l’apposito caricabatterie ed il tempo necessario dipende dalla potenza delle stesse e dal tipo di batteria.
La potenza di questi trapani non viene espressa in watt, ma dalla tensione di alimentazione (es. 12 volt, 14 volt, 18 volt, 20 volt, ecc).
Acquistare il trapano
Il primo elemento da valutare quando si sceglie un trapano è la potenza (il dato indicato dal costruttore non corrisponde alla potenza resa, ma a quella assorbita) e nei trapani elettrici va dai 450 ai 1500 Watt, nei trapani a batteria va da 7,2 a 24 volt. Da valutare anche la capacità delle batterie in questo caso che viene espressa in Ah (ampere/ora, ovvero per quanto tempo possono durare) e quante batterie sono fornite nella confezione.
I trapani possono essere:
- hobbistici (entro i 700 W),
- semiprofessionali (entro i 1000 W)
- professionali (oltre i 1000 W).
Tra le dotazioni da considerare al momento dell’acquisto sono importanti: l’impugnatura secondaria per una presa migliore; l’asta di profondità per limitare la corsa della punta; il dispositivo di aspirazione delle polveri; l’aumento progressivo della velocità di rotazione.
Trapano a percussione
Il meccanismo della percussione è di solito originato da una coppia di ingranaggi con dentatura frontale ma, nei modelli più robusti, si utilizza una massa battente pneumatica, che offre prestazioni migliori e, che provoca un minor numero di vibrazioni sulla carcassa dell’elettroutensile. Il sistema, tra l’altro, permette di ridurre fino al 50% la rumorosità di funzionamento.
Con la massa battente di tipo pneumatico, inoltre, i colpi sono più vigorosi e meno frequenti: circa cinque o sei per ogni giro del mandrino.
Le vibrazioni cui è sottoposta la punta durante il movimento combinato di rotazione e di percussione impongono quasi sempre l’adozione di mandrini a cremagliera, che si possono serrare con maggior energia utilizzando l’apposita chiave, senza correre il rischio che le griffe si allentino durante il lavoro; in qualche caso, e sempre nei modelli più robusti e costosi (studiati in modo particolare per praticare un gran numero di fori in materiali edili quali cemento, mattoni, ecc.) troviamo speciali mandrini a funzionamento rapido, che accolgono però solo punte con attacco SDS Plus o simili: per forature normali, con punte a codolo cilindrico, serve un apposito adattatore (ma esistono anche mandrini di tipo universale, adatti ad ogni tipo di punta e, a volte, dotati persino di una cava esagonale interna per il montaggio di inserti a cacciavite).
Scegliamo un tipo a percussione pneumatica se lavoriamo spesso su pareti in calcestruzzo, un tipo più leggero (reversibile e con variatore) se preferiamo il legno, un modello da 700 Watt, circa 2 Kg di peso, se prevediamo un impiego gravoso e continuativo.
Avvitare e forare
Il trapano a batteria dà il massimo nei lavori di avvitatura. Per questa funzione si utilizzano gli “inserti” adatti per l’impronta della vite ed i portainserti magnetici con limitatore automatico di profondità. L’avvitatura si effettua dopo aver impostato la “coppia massima” sull’apposita ghiera in modo da calibrare la potenza al tipo di vite e di materiale su cui si agisce. Per la foratura si tenga presente che il trapano a batteria ha una potenza limitata, per cui non conviene impiegarlo per lavori con punte grandi su materiali molto duri.
Il mandrino
Può essere del tipo a cremagliera da serrare con l’apposita chiave o autoserrante, che si chiude con le sole mani e si stringe sulla punta quando inizia la rotazione. È sicuramente più pratico del primo, ma se di qualità non eccelsa, tende a volte ad allentarsi quando viene inserito il meccanismo di percussione.
La capacità massima di apertura può essere di 10 o, sempre più spesso, di 13 mm, anche nei trapani meno potenti che solo a fatica possono affrontare un foro di questo diametro: meglio quindi procedere per gradi, montando punte di misura via via maggiore.
I trapani tassellatori e perforatori di maggiore potenza dispongono di uno speciale mandrino “SDS” che può ricevere e bloccare le punte di questo tipo (con il codolo scanalato) con un solo movimento e senza dover essere serrati. Questo tipo di mandrino è ideale per l’uso sia di punte elicoidali rotanti, sia di scalpelli fissi per demolizione. La cavità del mandrino va spesso ingrassata perché al suo interno si sviluppa un certo attrito.
- A cremaglieria. È il modello più economico: le griffe che bloccano la punta sono comandate da una ghiera dentata che si aziona con una chiave.
- Autoserrante. Più costoso e raffinato, si serra e si apre senza l’uso di utensili, semplicemente ruotando a mano le ghiere.
- Multifunzione. Montato su trapani a percussione, permette sia l’uso di punte normali sia di altre con innesti particolari.In alcuni modelli di trapano la parte terminale dell’albero portamandrino è cava ed ha un esagono interno, nel quale si possono inserire rapidamente gli inserti a cacciavite.
Velocità di rotazione
La velocità di rotazione ottima/e dipende sia dal diametro della punta, sia dalla natura del materiale da forare: punte di grosso diametro e materiali duri richiedono velocità proporzionalmente ridotte.
N° giri al minuto | acciaio | muro | alluminio | legno tenero | legno duro |
300-450 | – | – | Ø 18 | – | – |
500 | Ø 20 | – | Ø 16 | – | – |
600-650 | Ø 16-18 | Ø 24 | Ø 14 | – | – |
700 | Ø 12 | Ø 20 | Ø 12 | Ø 45 | Ø 40 |
800 | Ø 10 | Ø 18 | Ø 12 | Ø 40 | Ø 35 |
850-950 | Ø 8 | Ø 14 | Ø 10 | Ø 30 | Ø 25 |
1400 | Ø 7 | Ø 12 | Ø 9 | – | – |
1600 | Ø 6 | Ø 12 | Ø 8 | Ø 25 | Ø 20 |
1800 | Ø 5 | Ø 10 | Ø 8 | Ø 20 | Ø 16 |
2000 | Ø 5 | Ø 10 | Ø 8 | Ø 20 | Ø 12 |
2200 | Ø 5 | Ø 8 | Ø 6 | Ø 16 | Ø 12 |
2400 | Ø 4 | Ø 8 | Ø 5 | Ø 12 | Ø 10 |
2600 | Ø 4 | Ø 8 | Ø 4 | Ø 10 | Ø 8 |
2850 | Ø 2 | Ø 4 | Ø 2 | Ø 8 | Ø 4 |
Accessori per trapano
Per eseguire grossi fori su legno e su muro bisogna montare sul trapano una sega a tazza formata da un tamburo metallico munito di affilati denti sul bordo. In genere un set di tazze possiede un singolo supporto con codolo in cui è inserita la punta di centratura. Considerati i diametri elevati, è necessario utilizzare velocità molto basse per evitare di “bruciare” troppo in fretta i taglienti ed il materiale.
Per la cura dei mobili e del legno (ma anche per il trattamento della carrozzeria dell’auto) è possibile utilizzare un platorello in gomma su cui si montano dischi di feltro per lucidatura con paste abrasive; oppure tamponi di spugna per stendere la cera e cuffie in lana d’agnello per la lucidatura finale. Dato che questi accessori possono dare luogo a riscaldamenti localizzati delle superfici, è consigliabile azionare il trapano a velocità moderata senza premere troppo sulla superficie.
Nei lavori gravosi il trapano può essere equipaggiato con l’impugnatura supplementare, che va calzata sul collare predisposto sulla parte anteriore della carcassa; spesso l’impugnatura porta l’attacco per l’asta che limita alla misura voluta la profondità di foratura.
Un trapano non serve solo per forare ma, come ben sanno gli hobbisti di un tempo, può essere considerato come una sorta di motore universale, capace di azionare di volta in volta diversi accessori:
- con un platorello di gomma equipaggiato con carta abrasiva, ad esempio, si possono eseguire abbastanza rapidamente vari lavori di levigatura;
- serrando tra le griffe del mandrino una spazzola metallica, si può affrontare con successo la ruggine più tenace.
- Tra i vari accessori disponibili risulta assai utile l’economico supporto per uso stazionario che, in molte versioni, permette di fissare il trapano al banco di lavoro sia in posizione orizzontale sia inclinata: una piccola mola, trascinata da un alberino, ci mette a disposizione una improvvisata quanto efficiente affilatrice;
- impugnando l’utensile a mano libera ed utilizzando un platorello a tampone, di spugna, si eseguono invece lavori di lucidatura sulla carrozzeria dell’auto;
- se la potenza del trapano è sufficientemente elevata, poi, si possono eseguire fori di diametro ben superiore a quello che teoricamente consentirebbe l’apertura del mandrino: con una mecchia elicoidale si eseguono fori ciechi (ad esempio per incassare le cerniere dei mobiletti), mentre con la sega a tazza si praticano fori passanti; indispensabile in questi casi, ma utile sempre, la possibilità di regolare la velocità di rotazione.
- Con speciali frese è anche possibile allargare e svasare fori nel metallo o nel legno.