Con il trapano a colonna la punta viene fatta scendere verticalmente sul pezzo da forare, modulando la forza di penetrazione in base alla velocità impostata e alla resistenza del materiale, con possibilità di “leggere” in continuo la profondità raggiunta. Vediamo com’è fatto questo trapano verticale e cosa bisogna sapere per utilizzarlo al meglio .
Com’è fatto il trapano a colonna
Il trapano a colonna è composto da una colonna in acciaio su cui sono montati i tre elementi fondamentali che lo caratterizzano:
- il basamento
- la testa motrice
- il piano di lavoro
In senso generale esistono due tipi di trapano a colonna:
- trapano a colonna da banco
- trapano a colonna da pavimento
Il primo è destinato a un utilizzo essenzialmente hobbistico, agli angoli del basamento sono presenti fori passanti che permettono di imbullonarlo a un piano di lavoro robusto, ma all’occorrenza può essere rimosso e utilizzato altrove.
Quello a pavimento è un trapano a colonna professionale molto più stabile e più ingombrante, di norma più potente e più versatile; il basamento è talmente robusto da non richiedere alcun fissaggio.
Basamento
Il basamento è solitamente in ghisa e dev’essere commisurato alla macchina per garantirle stabilità durante il lavoro. In alcuni trapani a colonna da banco, se opportunamente fresato e sagomato, può essere utilizzato anche come base di appoggio per forare pezzi di particolare spessore o posti in verticale, portando il piano di lavoro mobile fuori dall’escursione della punta.
La testa motrice
I componenti principali della testa motrice sono:
- il motore elettrico
- il sistema di regolazione della velocità
- il mandrino
- il volantino di discesa del mandrino
Il motore elettrico è collocato nella parte posteriore, sia per un’ottimale distribuzione dei pesi sia per esigenze meccaniche che chiariamo di seguito.
La trasmissione del moto può avvenire in due modi:
- tramite sistema a pulegge e cinghie
- tramite sistema a ingranaggi
Nel sistema a pulegge e cinghie sull’albero motore, rivolto in alto, è calettata una puleggia a più gole di diametro crescente che, nella versione più semplice, è collegata tramite una cinghia a un’altra puleggia a più gole di diametro decrescente calettata sull’albero che trasmette la rotazione al mandrino. Il tutto è racchiuso in vano con un carter superiore apribile. Il meccanismo di apertura del carter è di solito collegato a un interruttore di sicurezza che permette di avviare il trapano a colonna solo quando il carter è chiuso.
Il motore è montato su una slitta. Tramite una leva di tensionamento posta nelle sue vicinanze è possibile farlo scorrere per allentare la cinghia e spostarla tra le gole per variare la velocità di rotazione in base al materiale che si sta affrontando, riportando poi il motore in tensione manualmente e serrando la leva.
Alcuni trapani a colonna utilizzano un sistema a ingranaggi anziché a cinghia, oppure un numero superiore di pulegge e cinghie: si tratta di modelli più performanti che possono disporre anche dell’avanzamento automatico e che possono adottare punte di diametro elevato (superiore a 30 mm).
Il mandrino
Viene maggiormente utilizzato il tipo autoserrante a una o due mani, più pratico di quello a cremagliera che richiede l’utilizzo di una chiave dentata a T; solitamente ha 3 griffe di serraggio, ma i più sofisticati possono averne 4 o 6. I più diffusi mandrini per trapano a colonna possono montare punte fino a Ø 13 mm, i più versatili arrivano a Ø 16 mm, ma in alcuni modelli il codolo del mandrino trapano a colonna è conico (cono morse) e può essere sfilato dalla sua sede per inserirvi direttamente punte di diametro superiore che hanno un codolo analogo; prerogativa appannaggio dei trapani a colonna a pavimento per ovvie ragioni di stabilità e capacità di foratura.
Il piano di lavoro
Il piano di lavoro, anch’esso in ghisa, dispone di scanalature parallele e/o perpendicolari nelle quali possono essere inseriti i morsetti a vite per il bloccaggio del pezzo; per pezzi piccoli si monta una morsa (solitamente in dotazione) sul piano e si serra il pezzo tra le ganasce di questa. Il piano di lavoro presenta inoltre un foro centrale che permette l’attraversamento da parte della punta quando si realizzano forature passanti.
Normalmente il piano di lavoro è collegato alla colonna tramite una flangia aperta e l’altezza è regolabile allentando la leva di blocco posta sulla flangia stessa, permettendone anche la traslazione; esistono però trapani a colonna in cui l’escursione del piano di lavoro avviene su una cremagliera ruotando una manovella, mentre una leva posta su uno snodo supplementare ne permette la traslazione. In molti trapani a colonna professionali è presente anche una terza leva che permette di inclinare il piano, unitamente a una scala graduata per la scelta dell’angolo d’inclinazione tra -45° e +45°.
Come forare con il trapano a colonna
Per prima cosa si sceglie la punta in base al materiale da forare e al diametro del foro da eseguire e la si serra nel mandrino; in base a queste due caratteristiche e ai consigli forniti dal fabbricante si sceglie la velocità di rotazione più consona (come descritto in precedenza). Si appoggia il pezzo sul piano di lavoro e lo si regola a un’altezza ottimale, ruotando il volantino per assicurarsi che la punta possa affondare fino alla misura desiderata, poi si può bloccare il piano di lavoro alla colonna serrando la leva posta sulla flangia.
Se il trapano colonna dispone del puntatore laser si può effettuare il centraggio senza ulteriori prove e bloccare il pezzo in morsa, altrimenti bisogna abbassare la punta fino a sfiorare il pezzo e centrarlo per tentativi. Solo a questo punto è possibile accendere la macchina e procedere alla foratura.
Regolazione della profondità di foratura
Il mandrino viene fatto scendere sul pezzo in lavorazione tramite un volantino (o timone) posto sul lato destro, alla base della testa motrice; la lunghezza della corsa varia da modello a modello. Una scala graduata permette di tenere sotto controllo la profondità durante la foratura.
Dopo aver centrato il pezzo sul piano di lavoro del trapano a colonna, se si devono effettuare fori ciechi a una profondità calibrata è possibile posizionare il blocco dell’escursione a un determinato valore. Si fa scendere la punta a contatto con il pezzo e si fa scorrere la tacca di marcatura (solitamente ruotando una vite) fino allo “zero” della scala graduata; sempre sulla scala graduata si trova la tacca di arresto, che va posizionata in corrispondenza della profondità desiderata. Tutti i fori da realizzare su quel determinato pezzo avranno la stessa profondità.
Colonne per trapano
Chi non ha la possibilità di arricchire la propria dotazione di un trapano a colonna vero e proprio può ripiegare su un accessorio, la colonna per trapano, che permette di bloccare in verticale un trapano tradizionale trasformandolo in un trapano da banco. Il supporto da banco dispone di un collare che va serrato a monte del mandrino del trapano e garantisce una stabilità sufficiente a praticare fori di diametro contenuto nei legni e nel ferro dolce, anche nella colonna trapano la manovrabilità è limitata.
Trapano a colonna prezzi
Si possono trovare trapani a colonna destinati a un uso prettamente hobbistico già a partire da 60-70 euro, per arrivare a modelli professionali che arrivano a 1.200 euro e oltre.
Le potenze tuttavia sono ristrette in un range che va da 350 a 750 W.
Buona pomeriggio .Ho un trapano uguale ma di un’altra marca il PARKSIDER.mi trovo molto bene ma non sara’ come il vostro vorrei nel piano lavoro a metterci una tavola a croce per utilizarlo come fresatrice vorei un parere vostro e se avete un piano a croce che possa andar bene saluti e mi piace vorrei a dare un 5 stelle grazie
Ci sono diversi supporti o guide universali che permettono di utilizzare il trapano come fresatrice, sia quello a colonna sia quello a mano; noi non siamo rivenditori, però può trovare varie proposte su internet. Tenga presente che per questo utilizzo esistono frese specifiche per il montaggio sul trapano, diverse da quelle per fresatrice: infatti la velocità di taglio del trapano è di gran lunga inferiore a quella della fresatrice (il trapano è quasi 10 volte meno veloce) e questo divario viene in parte compensato da frese di diametro maggiore, per cui la velocità periferica aumenta, e provviste di un numero maggiore di taglienti, che richiedonio comunque passate meno profonde e a velocità di avanzamento ridotta.