Quando si richiedono prestazioni eccezionali in fatto di levigatura di superfici, non c’è nulla di più efficace del carrarmato, la levigatrice che trascina il nastro abrasivo sotto la piastra di lavoro, fissabile anche in posizione stazionaria
Le levigatrici più comuni hanno una modalità di lavoro simile fra loro: pur potendo avere forma rettangolare, quadrata, a delta o rotonda, la piastra vibra eseguendo una millimetrica oscillazione (orbitali) e sulla quale solo alcune aggiungono una vera rotazione del piatto ad alta velocità (rotorbitali). Da queste la levigatrice a nastro si differenzia profondamente, poiché agisce facendo scorrere una striscia di abrasivo, chiusa su sé stessa, come se fosse il cingolo di un carrarmato (di qui il nomignolo attribuitole); scorrendo sotto la piastra piana dell’elettroutensile, l’abrasivo svolge il suo compito con un’efficacia che nessun altro tipo di levigatrice riesce a offrire.
Questo, ovvero la grande potenza d’azione, è il motivo che penalizza, ma al tempo stesso rende indispensabile la levigatrice a nastro. Sì, perché difficilmente si riesce a gestire un tale mezzo per i lavori di fino, ma al contrario non c’è altro modo di affrontare i lavori gravosi e risolvere efficacemente e in breve tempo: montando un nastro abrasivo con grana grossa (40) si rimuovono diversi strati di vernice secca di anni, da qualsiasi superficie anche del tutto piana; si spianano rilievi e imprecisioni di giunzione fra legni, anche nella costruzione di ampi pannelli di lamellare.
Inoltre, la levigatrice a nastro offre un’utilissima modalità operativa che la fa diventare una sorta di macchina stazionaria, potendola fissare al banco da lavoro, ribaltata con la piastra verso l’alto. In questo modo, il pezzo in lavorazione viene portato dall’operatore sulla zona attiva, potendolo controllare meglio, soprattutto quando non è di grandi dimensioni. Molto utile, in tutti i casi, è l’aiuto dell’accessorio per spianare. Valex
Dotazioni e accessori della Levigatrice a nastro Valex LN860
Preparazione all’uso