Il pirografo è un semplice e piccolo attrezzo che consente di realizzare decorazioni anche molto eleganti ed elaborate su vari materiali come sughero, legno, pelle, cuoio.
Queste si ottengono realizzando tracce bruciate sulle superfici da decorare grazie alla punta dell’attrezzo che viene riscaldata anche oltre i 200 gradi.
Struttura generale del pirografo
Il pirografo ha struttura molto simile a quella di un saldatore per elettronica. Si tratta, infatti, di uno stilo della lunghezza circa 20-25 centimetri, sulla cui estremità anteriore è inserita una punta metallica di varia foggia.
- La punta viene riscaldata (vedremo più avanti come) e raggiunge una temperatura compresa, mediamente tra i 200 e i 450 °C.
- Poggiando la punta sul materiale da decorare si causa una bruciatura più o meno larga a seconda della sua forma. Spostando lentamente (ma non troppo) la punta sulla superficie si compone un disegno, una decorazione, si realizzano scritte o quant’altro si desideri tracciare.
- In funzione di come viene riscaldata la punta, si possono distinguere due tipi di pirografo: il pirografo elettrico e quello a gas.
Pirografo elettrico
Alimentato con la tensione di rete a 220 V, presenta una resistenza interna a sviluppo cilindrico, solitamente contenuta in un alloggio-supporto ceramico. All’interno di questa resistenza è inserito un’asta metallica che si surriscalda, quando la resistenza è percorsa dalla corrente.
- La resistenza e l’asta sono collocate in un manico-impugnatura di materiale isolante, che lascia solo un piccolo tratto di asta allo scoperto. Su questa è montata (a vite, per incastro, a pressione a seconda dei modelli) la punta che effettua il lavoro.
- La punta collegata all’asta si riscalda alla medesima temperatura di questa. Il tempo necessario per raggiungere la temperatura sufficiente a realizzare le tracce bruciate è mediamente intorno al minuto. Dopo questo tempo si può iniziare a lavorare.
- L’attrezzo è leggero e maneggevole e si aziona facilmente. Le uniche due (piccole) difficoltà sono rappresentate:
a) dalla presenza del filo di alimentazione che necessariamente segue i movimenti del pirografo e può, in taluni casi, condizionarne la mobilità.
b) la punta tracciante si trova ad alcuni centimetri di distanza dall’impugnatura e quindi bisogna fare un po’ di esercizio prima di ottenere il movimento voluto, abituati come siamo a muovere la biro o la matita impugnandoli vicinissimo alla punta.
Pirografo a gas
In questa versione il calore necessario per riscaldare la punta viene prodotto da una piccola bomboletta di gas (solitamente butano) inserita nell’impugnatura dell’attrezzo.
- Un mini bruciatore azionato con accensione piezoelettrica forma una fiamma concentrata che investe l’asta metallica di supporto della punta, riscaldandola alla temperatura necessaria.
- Il tempo in cui si ottiene questo riscaldamento è più rapido di quello della versione elettrica in quanto bastano pochi secondi.
- L’impiego modello a gas è identico a quello della versione elettrica, ma in genere l’attrezzo è più pesante. In compenso non vi sono cavi di alimentazione elettrica che interferiscono con il movimento della mano.
Le punte per pirografo
I vari modelli (in entrambe le versioni, elettrica o a gas) dispongono di una serie, a volte piuttosto ampia, di punte traccianti.
A seconda della loro foggia: a punta acuta, a punta piatta, a lama, tonda, a stella a spatola ecc, lasciano tracce di bruciatura diverse. Combinando le tracce e azionando l’attrezzo in maniera opportuna è possibile realizzare una grande varietà di grafismi, sfumature, chiaroscuri ecc.
- Le punte si possono sostituire sul pirografo (quando la parte riscaldante è completamente fredda) per eseguire tracce diverse.
- Conviene sempre disporre di una pasta disossidante con la quale mantenerle perfettamente pulite: basta immergerle nella pasta quando sono calde.
Usi alternativi
Praticamente tutti i pirografi possono essere utilizzati come saldatore a stagno nei lavori elettrici o di elettronica utilizzando le punte acute o quelle piatte. Naturalmente le loro limitate dimensioni non permettono di eseguire saldature di una certa portata o su pezzi ampi o estesi che disperdano troppo velocemente il calore.
Quale scegliere
Il miglior consiglio è quello di dotarsi, inizialmente, di un pirografo-base elettrico di limitata potenza (25-50 W), con cui iniziare a fare esperienza e acquisire una certa manualità. Solo in un secondo tempo si può decidere quale modello adottare, consapevoli delle nostre esigenze, abilità e predisposizione a questo tipo di decorazione.
- Pirografi elettrici di buone prestazioni, presentano più livelli di temperatura selezionabili o addirittura un’unità di controllo con variatore graduabile di temperatura. Alcuni presentano un display sull’impugnatura su cui si può leggere la temperatura selezionata (es da 180°C a 480 °C).
- Questi attrezzi permettono di effettuare tracce anche di considerevole larghezza, o di ottenere effetti sfumati grazie anche alla potenza variabile con apposito potenziometro.
- Si può anche decidere di affidarsi a un pirografo a gas ma in tal caso la regolazione della temperatura risulta meno agevole.
Prezzi dei pirografi
Un pirografo di base, nella versione elettrica, costa intorno ai 20-30 euro. Un poco più costosi sono i pirografi a gas che vanno dai 35 a 50 euro.
- In questo range di costo sono compresi numerosi kit dotati di un’ampia serie di punte, mascherine tipo stencil per disegni prestabiliti e altri utili accessori.
- Salendo di livello troviamo i pirografi elettrici con regolazione di temperatura adatti in particolare ad un funzionamento continuo. Per questi prodotti il costo sale intorno ai 70-100 euro.
Aziende di produzione/vendita di pirografi
- Dremel
- FU
- Hiveseen
- Umitive
- Vastar
- Holife
- KKmoon
- Lions