Le pinze sono strumenti indispensabili per ogni tipo di lavoro: tra pinze e attrezzi che ne derivano si differenziano in centinaia di versatili modelli
Le prime pinze, tuttora le più usate, furono pollice ed indice uniti fra loro, pinza versatilissima che abbiamo in comune con le scimmie ma che a noi, grazie ad un diverso cammino evolutivo ha permesso di diventare Homo Sapiens prima ed Homo Faber poi. Ma le mani non sempre bastavano e qualche genio del Neolitico aggiunse alla sua già vasta attrezzatura (raschiatoi, punteruoli, abrasivi, asce, martelli, coltelli, zappe ecc.) la pinza o meglio la pinzetta.
Qualcun’altro si rese conto che separando i due rebbi della pinzetta ed incernierandoli fra loro otteneva un attrezzo in grado non solo di eseguire lavori delicati, ma di moltiplicare la forza della mano che lo impugnava.
Da quel momento il cammino della pinza e delle tenaglie, che della pinza sono sorelle, fu trionfale ed oggi questo antichissimo attrezzo regna sovrano in ogni officina, piccola o grande che sia.
Tale è la varietà degli usi delle pinze che non è per niente facile farne una classificazione ragionata anche perché sono diffusissimi gli attrezzi multifunzione di cui è esempio insuperato la pinza universale.
Pinze per tagliare
Specifici per questo uso sono i tronchesi, le trance e le cesoie. Nei primi abbiamo lame i cui taglienti combaciano, nelle altre le lame scorrono l’una sull’altra come nelle forbici, che da questo punto di vista si possono equiparare alle pinze.
Per il taglio abbiamo anche vari tipi di tenaglie, in specie quelle da piastrellisti. La principale caratteristica degli attrezzi da taglio sta nella posizione del fulcro, molto vicino alla testa così da moltiplicare col principio della leva di primo grado la potenza della mano.
Pinze per stringere
Qui ci troviamo nell’ambito vero e proprio delle pinze e nella loro più grande varietà di forma e dimensione in quanto questo tipo di arnese viene indistintamente usato in tutti i campi del lavoro manuale, dall’oreficeria che utilizza minuscole pinze a becchi tondi per creare gli anellini delle catenelle, all’idraulica in cui la pinza cambia forma e, coll’accorgimento di renderne scorrevole una ganascia, è in grado di afferrare, senza danneggiarli, anche i più grossi bulloni.
Oltre a quelli citati ci sono altri usi in cui le pinze o attrezzi da esse derivati svolgono egregiamente il loro compito. Impossibile elencarli tutti, ma non possiamo trascurare le spellafili, le fustellatrici, le occhiellatrici e quelle, che invece di stringere allargano, per gli anelli di fermo.