Tra le nuove soluzioni per l’isolamento con cappotto termico ne esiste una specifica per le costruzioni in legno che prevede l’impiego di pannelli in lana di roccia preintonacati con spessori compresi tra 40 e 240 mm
La maggior parte del patrimonio edilizio nazionale è ancora oggi costituita da edifici con un isolamento termico inadeguato, situazione che innalza i consumi di combustibili e le emissioni in atmosfera, oltre a non garantire ambienti confortevoli e salubri. Specialmente nelle ristrutturazioni, il rivestimento con cappotto termico delle pareti perimetrali è la soluzione più performante per l’efficientamento degli immobili, ma è anche il metodo migliore per edifici in costruzione che possano garantire un basso fabbisogno energetico; a questo proposito, si sta assistendo a un vero e proprio boom dell’edilizia in legno, rafforzata dai criteri più severi adottati negli ultimi anni in materia di antisismicità.
Le strutture in legno, come molti sistemi a secco, vengono preferite quando si debbono realizzare ampliamenti o sopraelevazioni leggere; il sistema Wood-Smart è il primo rivestimento a cappotto testato e garantito per la posa degli isolanti in EPS e lana minerale su tutte le pannellature lignee, anche in X-Lam, nonché su pannelli in gessofibra e in cemento fibrorinforzato. Questa soluzione fa parte del Sistema Cappotto Termico messo a punto da Knauf, in grado di ridurre i consumi energetici oltre il 30% e più, limitando quindi le emissioni in atmosfera e salvaguardando l’ambiente; risolve il problema della condensa che causa muffe sulle superfici interne, protegge nel tempo l’involucro edilizio dagli agenti atmosferici e dal degrado causato dalle sostanze inquinanti e contribuisce al miglioramento dell’isolamento acustico.
Inoltre, il sistema Wood-Smart può avvalersi, su richiesta, di una speciale polizza assicurativa della durata di 10 anni con decorrenza dalla fine lavori che copre il rimpiazzo totale o parziale dei lavori causati da difetti del materiale e/o posa in opera: rimozione, riparazione, messa in opera, demolizione, sgombero, ponteggi, ricerca del danno, controvalore dei manufatti danneggiati.
I pannelli in lana di roccia Wood-Smart si utilizzano in abbinamento al collante/rasante Pastol Dry, premiscelato con aggreganti di tipo minerale, sabbia silicea, polvere a dispersione polimerica, idrossido di alluminio, fibre e additivi.
Il sistema cappotto termico Knauf per costruzioni “miste”
Nelle foto vediamo un classico esempio di casa in legno poggiata su piano terra di muratura, poi uniformata da cappotto e intonacatura. In base alle caratteristiche del progetto si può scegliere la soluzione di isolamento più idonea: Wall-Basic in EPS bianco e Wall-Smart in EPS grigio sono dedicati alle strutture in muratura (calcestruzzo di ogni genere, mattone pieno o forato, pietra ecc), mentre Wood-Smart in lana di roccia è dedicato ai supporti lignei e alle costruzioni a secco in genere. A ciascun tipo di isolante sono abbinati tutti i prodotti necessari a completare il ciclo di isolamento, vale a dire collanti, rasanti, fondi e finiture superficiali colorate, oltre agli accessori quali tasselli e profili.
Il collante, i profili e la posa
Un sacco di collante in polvere (20 kg) va miscelato in 5 litri di acqua; l’impasto ha la giusta consistenza quando rimane attaccato alla cazzuola capovolta per circa 3 secondi.
Alla base del muro si applicano i profili metallici di partenza, rialzati da terra di almeno 20 mm. Ciò per garantire planarità e impedire che i pannelli assorbano l’umidità del terreno.
Sul retro del pannello si effettua una prima rasatura con colla in strato sottile per stabilizzare le fibre, poi si applica a spessore con spatola dentata 8×8 mm; il collante non ha proprietà isolanti, perciò non va mai steso sui bordi.
Per posare in opera il pannello lo si afferra a mani aperte per i bordi.
Nel taglio dei pannelli, necessario per poterli sfalsare, la traccia di guida va incisa sulla faccia preintonacata; serve un coltello idoneo al taglio delle lane, detto “da pane”.
Qualora si scelga di stendere il collante sul supporto piuttosto che sul retro del pannello, la stesura va fatta dal basso verso l’alto, a strisce parallele e in un’unica passata, eventualmente da riprendere allo stesso modo.
Il collante in eccesso che va a lambire i pannelli sottostanti ed eventuali ricadute di colla sullo spessore vanno prontamente rimossi con la cazzuola prima di posare altri pannelli per non interrompere l’isolamento.
L’accostamento a parete si effettua appoggiando il pannello di taglio sul bordo di quello inferiore, con uno sfalsamento laterale di circa 20 mm, per poi completare l’appoggio e farlo scivolare in posizione di lato, per distribuire meglio il collante.
Per completare l’aderenza e far uscire eventuali residui di aria si batte in più punti sulla superficie del pannello con i palmi delle mani.
I tasselli: quanti, quali e dove
Il numero e la disposizione dei tasselli variano in funzione dell’esposizione dell’edificio all’azione del vento: questo infatti crea una depressione che tende a strappare il rivestimento dal supporto. A seconda della zona geografica più o meno ventosa, dell’altezza dell’edificio e della sua ubicazione (può essere isolato ed esposto ai venti o protetto da fabbricati, alberi o altre strutture frangivento), bisogna ricorrere a tassellature più o meno fitte, comunque mai in un numero inferiore a sei tasselli per metro quadrato.
Per il fissaggio si utilizzano i tasselli STRH muniti di vite per truciolare e rondella aggiuntiva in polipropilene per una maggiore superficie di appoggio al materiale isolante.
La vite attraversa il materiale isolante ed essendo autofilettante va a far presa direttamente sul sottofondo senza bisogno di preforature.
La forza di torsione dell’avvitatore va regolata in modo che la rondella del tassello vada in appoggio sul pannello formando una depressione quasi impercettibile. La testa incassata della vite va sigillata con il tamponcino in EPS che isola la sede e rende la superficie complanare. In corrispondenza dei bordi dell’edificio, i tasselli vanno inseriti a non meno di 100 mm dai bordi stessi.
Armatura e rasatura del cappotto termico
Per la rasatura si possono utilizzare diversi prodotti premiscelati in polvere. Ottenuto l’impasto della giusta consistenza e omogeneo, se ne preleva una parte con la cazzuola e lo si deposita sulla lama della spatola dentata.
Sempre partendo dal basso e a strisce verticali parallele si stende un primo strato di rasatura che abbia uno spessore di 5-7 mm, ricoprendo anche le strisce di rete relative al gocciolatoio e a eventuali altri profili.
Tagliata dal rotolo una striscia di rete dell’altezza necessaria, la si appoggia sullo strato di rasante e, con il frattazzo, le si dà una passata a scendere e una a salire nella zona centrale, così da distenderla senza che possa formare pieghe o risultare storta.
Per annegare la rete nel rasante il frattazzo va utilizzato a lisca di pesce, ovvero con passate dal centro verso i bordi, alternando le passate da un lato e dall’altro.
Il bordo azzurro della rete di armatura è utile per realizzare il corretto sormonto delle strisce, che dev’essere di 100 mm. Il gocciolatoio va interamente ricoperto di rasante, il dente inferiore funge da riscontro per il frattazzo per una prima rasatura della zona.
Con la cazzuola si riporta altro rasante nelle zone in cui risultassero mancanze e per ricoprire anche il profilo esterno del gocciolatoio. Con un’ultima passata di frattazzo si completa la rasatura; la rete d’armatura deve essere ricoperta da uno strato di 3-4 mm.
spett.le KNAUF vorrei avere maggiori informazioni sul vostro prodotto per effettuare un cappotto ad un immobile prefabbricato degli anni 60 con un involucro esterno dello spessore di circa 12 cm composto da 2,5 di compensato, 4 di polistirolo 5 lana di vetro e 0,5 di compensato interno. Vorrei solo avere delle informazioni se e’ possibile andare a tassellare su tale struttura esistente o sia necessaria una struttura indipendente autoportante su cui ancorarsi.
Grazie.Paola Margrit
Mi sembra ottimo vorrei farlo a casa mia. Possibile avere un preventivo al mq?
Se ci si appoggia alla parete esterna con un corpo duro e spigoloso non mi aspetto una resistenza sufficiente ma credo che ci sia una deformazione della parete.
Se poi volessi applicare qualcosa di pesante, ad esempio un lampione, come verrebbe affrancato?
Grazie
Un cappotto di lana di roccia che resistenza agli urti esterni può sopportare, ad esempio un colpo accidentale con un corpo contundente che danni può provocare? E se ci fosse la necessità di usare la parete per ancorare qualcosa es. un faro, come si procede? grazie
Ho un prefabbricato in legno realizzato con doghe estere e vorrei rivestirlo con questo sistema di pannelli ed intonaco ma ho paura di cosa possa succedere al legno coperto negli anni può aiutarmi a capire? Grazie